Le industrie grandi consumatrici di energia uniscono le forze per contribuire efficacemente alla transizione energetica accelerando la decarbonizzazione.
I principali player industriali presenti nelle aree di Ravenna e Ferrara hanno sottoscritto il 16 giugno 2022 a Ravenna, nell’ambito dell’evento promosso da OMC Med Energy, l’accordo per un progetto Carbon Capture and Storage (CCS, per la cattura e lo stoccaggio di CO2) orientato alla massimizzazione delle sinergie tra le parti e con il territorio. Si tratta della prima iniziativa del genere in Italia.
Le industrie sono sei: Cabot, Herambiente, Marcegaglia, Polynt, Versalis Eni, Yara. Eni e Snam sono partner tecnici, coopereranno per raggiungere l’obiettivo di decarbonizzare le aree nelle quali operano.
Gli hard to abate (cioè i luoghi-settori dove decarbonizzare è più complesso) in Italia rappresentano il 13% del totale delle emissioni GHG e il 64% del settore industriale, ed è per questo motivo che la decarbonizzazione di questi settori è strategica. In questo contesto, la CCUS rappresenta la principale tecnologia e la soluzione più rapida ed efficiente per la riduzione delle emissioni dell’industria energivora. In particolare, nello scenario Net Zero Emissions della IEA, la CCUS abbatterà il 35% delle emissioni industriali mondiali al 2050. In questo senso, i poli industriali di Ravenna e Ferrara condividono lo scopo e l’ambizione di sviluppare progetti efficaci per la riduzione delle emissioni attraverso l’utilizzo di questo strumento. Si tratta di interventi particolarmente strategici per sviluppare un progetto a lungo termine che mira a espandere progressivamente l’impatto in termini di copertura territoriale e implementare man mano una maggiore capacità tecnologica e infrastrutturale.
Un progetto pilota, che parte da Ravenna e Ferrara con l’ambizione di poter essere replicato anche in altre realtà, un esempio di best practice che altri comparti possono prendere a modello per ridurre le emissioni. L’evento di giugno sancisce l’alleanza di OMC con nuovi stakeholder rispetto al suo passato, e si inserisce nel solco delle partnership strategiche siglate con associazioni ed enti legati al mondo della transizione. OMC Med Energy conferma la volontà di volersi occupare di energia sotto ogni aspetto, ampliando così il suo raggio d’azione.
LE DICHIARAZIONI DEI PROTAGONISTI
STEFANO VENIER – AD SNAM
“L’avvio di questo progetto – commenta Stefano Venier, Amministratore Delegato di Snam – è un passo importante verso l’utilizzo anche in Italia della cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica e affianca le iniziative del nostro Gruppo sull’idrogeno, volte ad accompagnare il percorso verso la neutralità carbonica del sistema italiano.
Solo facendo leva su tutte le tecnologie disponibili, da quelle più mature a quelle oggi in fase di sviluppo, riusciremo a raggiungere gli obiettivi nazionali ed europei di decarbonizzazione al 2050, garantendo nel contempo la sostenibilità e la competitività dei settori più energivori della nostra economia. Snam intende giocare un ruolo in questo percorso, abilitando la transizione energetica dei settori ‘hard to abate’ grazie alle proprie infrastrutture e alle proprie competenze nelle attività di trasporto e stoccaggio delle molecole”.
ADRIANO ALFANI – AD VERSALIS
“La CCS è un’opportunità particolarmente rilevante per un settore “hard to abate” come quello della chimica, che necessita di tecnologie innovative per raggiungere la neutralità carbonica. La transizione energetica è per prima cosa una transizione tecnologica, e come Versalis siamo fortemente impegnati nel percorso di decarbonizzazione, all’interno della più ampia strategia di Eni. L’accordo che firmiamo oggi è un esempio concreto di sinergie tra diversi settori e collaborazione tra vari attori, ed è questo il modo migliore per affrontare la sfida di accelerare l’implementazione su larga scala delle soluzioni di decarbonizzazione. Non a caso ciò accade a Ravenna, un territorio virtuoso che rappresenta un’eccellenza industriale in Italia.”
GIUSEPPE RICCI – CONFINDUSTRIA ENERGIA
“Per una transizione sostenibile, inclusiva, equa, giusta e competitiva, che sostenga il lavoro e l’occupazione, è importante infatti, trovare la giusta convergenza tra gli obiettivi ambientali e la sostenibilità economica e sociale. Ciò significa che da una parte bisogna sostenere il massimo sforzo per lo sviluppo delle rinnovabili e dall’altra bisogna affiancargli le diverse soluzioni low carbon, come i biocarburanti, il biometano, la valorizzazione dei rifiuti e i processi circolari e la CCS, in un mix virtuoso di soluzioni che faciliterà il raggiungimento degli obiettivi ambientali, ridurrà il costo dell’energia e permetterà contemporaneamente di intraprendere il percorso di riconversione industriale che sarà guarderà occupazione e competenze”.
FILIPPO BRANDOLINI – PRESIDENTE HERAMBIENTE
“L’attenzione del Gruppo Hera alla sostenibilità, alla transizione energetica e all’economia circolare è integrata nelle strategie di business e si accompagna alla creazione di valore condiviso con i propri stakeholder. Come confermato anche nel Piano industriale al 2025, Hera può vantare un obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra tra i più ambiziosi in Italia: il 37% in meno entro il 2030 rispetto al 2019. Herambiente è il primo operatore italiano nel trattamento dei rifiuti grazie alla propria dotazione impiantistica all’avanguardia e nei cluster industriali di Ravenna e Ferrara, territori di importanza strategica per il Gruppo Hera, è presente con vari impianti per la gestione sostenibile dei rifiuti urbani e speciali, anche pericolosi. Anche se gli impianti di recupero energetico da rifiuti non rientrano nel regime ETS e non sono definibili come “hard-to-abate”, abbiamo condiviso l’obiettivo strategico del progetto, cui partecipiamo con l’impianto di termovalorizzazione per rifiuti pericolosi F3 di Ravenna. Grazie alla collaborazione con gli altri partner del progetto, auspichiamo, quindi, di poter identificare nuove soluzioni sostenibili, replicabili anche su altri territori serviti dai nostri numerosi impianti”.