Con l’obiettivo di approfondire alcuni temi di rilevanza strategica per la crescita/lo sviluppo del settore chimico, anche grazie al punto di vista dei soggetti direttamente interessati (aziende, istituzioni, centri di ricerca e altre realtà legate al settore chimico), nel 2018 sono stati costituiti 4 tavoli di lavoro, in linea con la strategia regionale.

Innovazione, Ricerca e Sviluppo

Qualificazione delle competenze e delle risorse umane

Fattori territoriali e Permitting

Filiere di sviluppo che «dialogano» con la chimica

Il lavoro dei tavoli è stato facilitato da Fondazione Eni Enrico Mattei che, facendo da ponte con il gruppo di coordinamento, ha avuto il compito di mettere insieme tutte le informazioni (comprese le esperienze, le esigenze e le risorse condivise dai partecipanti) in modo tale da poter costruire strategie condivise.

L’obiettivo dei tavoli tematici è quello di far sì che gli stakeholder chiave del settore chimico a livello locale condividano istanze, pareri e bisogni, mettendo in luce i punti di forza e le criticità da affrontare per il rilancio del settore chimico sul territorio.

Modalità di lavoro utilizzata ai tavoli.

La modalità di lavoro utilizzata ai tavoli è quella del World Cafè, un metodo semplice ed efficace per dar vita a conversazioni informali, vivaci e costruttive, su questioni e temi complessi. La sua particolarità è quella di stimolare discussioni autogestite dai partecipanti all’interno di un quadro comune e sotto la guida di alcune domande di riferimento.
È stato scelto questo strumento di lavoro poiché:

Permette di condividere conoscenze e sviluppare idee innovative.

Allarga il processo di dialogo a gruppi di persone anche numerosi

Oltre allo scambio di idee permette di approfondire le relazioni

Spunti emersi.

Aspetto culturale.

Il territorio ravennate storicamente ha una cultura favorevole alla chimica, ma si ravvisa la necessità di trovare una modalità nuova ed efficace per far conoscere appieno il settore alla comunità locale, sconfiggendo paura e disinformazione.

Per fare ciò è importante che l’industria chimica sia trasparente, condivida dati e informazioni utili alla rielaborazione e divulgazione al pubblico.

La cittadinanza deve essere informata su quello che realmente è l’industria chimica, sul suo indotto, sul suo impatto sul territorio.

La pubblica amministrazione deve continuare a pensare l’industria chimica come un elemento di sviluppo da promuovere nella comunità locale.

Comunicazione e informazione.

Si è rilevata una forte criticità legata alla comunicazione tra le parti: imprese, centri di ricerca, mondo della formazione, PA e comunità locale, comunicano poco e/o non efficacemente tra di loro.

Si deve rafforzare la diffusione dell’informazione su ciò che già è presente sul territorio ravennate e regionale, e promuovere il dialogo e la fiducia tra mondo della ricerca e imprese.

È importante orientare i giovani e la cittadinanza verso il pensiero tecnico-scientifico, promuovendo il settore chimico che spesso invece gode di cattiva fama.

Le aziende devono imparare a comunicare la loro sostenibilità.

Condivisione e collaborazione.

Sarebbe importante avviare un processo che porti alla strutturazione dell’informazione con condivisione tra imprese, tra impresa e ricerca, e tra i diversi enti di ricerca. Mancano infatti il trasferimento di idee, quando possibile, e sviluppi condivisi di prodotto.

Gli strumenti messi a diposizione dalla PA (es. sportello unico, consulenza personalizzata) sono molto utili e andrebbero potenziati. Si è inoltre persa la tradizione di accordi volontari che era forte nel ravennate: andrebbe recuperata e modernizza.

Sarebbe interessante mappare le esigenze aziendali, potenziando luoghi e occasioni in cui sviluppare e condividere conoscenza. È importante infatti creare momenti di dialogo e confronto su temi specifici.

Sarebbe importante sviluppare un approccio sistemico che porti a costruire relazioni, utili anche dal punto di vista operativo, tra istruzione e mondo del lavoro.

Competenze.

Si ravvisa pertanto la necessità di promuovere e rendere attrattivo il settore chimico, informando i giovani sulle possibilità lavorative e professionali che esso offre.

Sarebbe inoltre necessario creare un approccio sistemico che metta in connessione mondo della formazione/istruzione e impresa, costituendo un’associazione o una realtà che se ne occupi o si migliorando le reti già esistenti.

Migliorare l’esperienza dell’alternanza scuola-lavoro.

Potenziare a livello locale i corsi formativi/post-diploma per integrare le conoscenze sulla chimica.

Potenziare le occasioni di incontro tra aziende e scuole/istituti, realizzare nuovi e più numerosi progetti comuni tra imprese e scuola, e partenariati fra realtà diverse.

Informare correttamente i giovani e le famiglie.

Infrastrutture.

L’industria chimica ha bisogno di infrastrutture, quindi di una pianificazione urbanistica che tenga conto degli impianti e dell’equilibrio tra questi e le aree abitative, che incentivi lo sviluppo, favorisca nuovi insediamenti nelle aree dismesse e sia costruita attraverso il dialogo.

La competitività delle infrastrutture e dei trasporti è un fattore di fondamentale importanza. Essi devono diventare competitivi così come lo sono le aziende. Se i servizi offerti saranno competitivi potrà aumentare anche l’indotto del territorio.

Serve un elenco ragionato delle necessità e delle criticità concrete da affrontare. Ci sono infrastrutture che permetterebbero uno sviluppo ulteriore del settore ma manca la capacità di capitalizzare le risorse esistenti.

Per quanto riguarda logistica e trasporti, è necessario risolvere il problema del “collo di bottiglia” che si verifica in alcuni periodi. La ferrovia sarebbe da potenziare mentre il porto di Ravenna è abbastanza competitivo sul mercato. Sarebbe inoltre interessante verificare la possibilità di utilizzare idrovie.

Energia e rifiuti.

Il problema rifiuti dovrebbe essere analizzato in un’ottica non solo di smaltimento, ma di riutilizzo, soprattutto in un Paese senza molte risorse. La legislazione in merito al riutilizzo del rifiuto è molto rigida, si rischia di incorrere in sanzioni penali e questo comporta che sia più semplice l’incenerimento rispetto a un diverso processo che porti a nuova materia prima o energia.

Alcune buone azioni sono già iniziate: il progetto della zona Area Ponticelle che prevede la creazione di una piattaforma di bonifica per smaltire e rigenerare rifiuti ne è un esempio.

Per quanto riguarda l’energia, sul territorio c’è ma è cara. Servirebbe una cabina di regia nazionale.

Visione futura.

Ravenna è una città che ha grandi potenzialità: è una delle poche città della Regione che potrebbe accogliere nuovi insediamenti industriali; ha già infrastrutture che potrebbero essere potenziate e sfruttate al meglio; ha storicamente una cultura aperta alla chimica. Serve però una pianificazione ragionata degli investimenti e delle azioni, una condivisione di competenze e ancor prima di visione, oltre a una cultura favorevole.

Senza minare il pluralismo del territorio, per promuovere la chimica a Ravenna aiuterebbe decidere quale chimica si vuole sviluppare e dare un indirizzo, una direzione comune in cui investire energie e risorse. Questa indicazione deve vedere coinvolta anche l’amministrazione comunale.

I luoghi e le occasioni in cui sviluppare e condividere conoscenza, dialogare e confrontarsi su temi specifici sarebbero da potenziare, e le aziende dovrebbero aprirsi di più al confronto.