In tempi record e in anticipo sulla scadenza naturale, sindacati (Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec, Ugl Chimici, Failc-Confail, Fialc-Cisal) e associazioni datoriali (Federchimica, Farmindustria) hanno trovato un accordo sul rinnovo del contratto nazionale di lavoro del settore chimico farmaceutico. Riguarda, per il periodo che va dal 1° luglio 2022 al 30 giugno 2025, 210 mila lavoratori occupati in oltre 3 mila aziende dell’industria chimica, chimica-farmaceutica, farmaceutica, delle fibre chimiche e dei settori abrasivi, lubrificanti e GPL.

Intesa raggiunta con piena soddisfazione delle parti sociali anche sul piano economico: l’ipotesi di accordo prevede infatti un incremento di 204 euro, comprensivo di 32 euro di EDR (Elemento Distinto della Retribuzione) già erogato dalle imprese e che sarà trasferito nei minimi.
Il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro della chimica farmaceutica, se guardiamo alla sua parte normativa, sarà lo strumento per affrontare la transizione digitale e green, ma anche per sviluppare ulteriormente temi su cui questi settori hanno una sensibilità storica, come la formazione, il welfare e la salute e sicurezza.

Paolo Lamberti, presidente Federchimica, dice che «questo accordo, raggiunto in una fase così critica nello scenario nazionale e internazionale, assume un significato di particolare rilevanza. In un clima di grande incertezza, forti della nostra cultura di relazioni industriali ispirata ai principi della partecipazione e della responsabilità sociale, abbiamo assicurato una prospettiva per il futuro delle imprese e dei lavoratori. In questo modo – e ancora una volta – la chimica, a monte di tutte le filiere produttive, potrà confermarsi motore economico per il sistema paese». Il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, aggiunge che «il rinnovo in tempi record è un risultato particolarmente importante in un momento così complesso per la pressione sui costi e la necessità di difendere i livelli di competitività delle imprese del farmaco. Un accordo che dimostra ancora una volta la capacità dell’industria farmaceutica di lavorare concretamente per trovare soluzioni Farminpositive per il Paese. Le buone relazioni industriali del nostro settore sono esemplari, sia a livello nazionale sia nelle aziende. La collaborazione e il dialogo continuo sono uno stimolo a migliorare le competenze e la qualità dei nostri collaboratori, che sono riconosciuti come eccellenza nel panorama europeo».

Per Marco Falcinelli, che guida la Filctem, il nuovo contratto «guarda al futuro e alla transizione digitale, regolando nel modo giusto i tempi di lavoro e di vita in un contesto generale in costante mutazione. L’accordo trovato difende il salario dall’inflazione, è vicino al mondo del lavoro e dei lavoratori, e rappresenta un modello che conferma la nostra idea di contrattazione». Nora Garofalo, numero uno della Femca, dice che il meccanismo dell’Edr «utilizzato in questo contratto per la verifica degli scostamenti inflattivi ha dimostrato di funzionare perfettamente: nei periodi di bassa inflazione ha permesso di mitigare le ricadute sui minimi contrattuali, mentre adesso consente di consolidarli. È un meccanismo di bilanciamento e di compensazione che si è rivelato estremamente utile per l’applicazione del Patto per la Fabbrica. E arriva in un momento in cui è necessario il recupero del potere di acquisto dei salari». Il segretario generale della Uiltec, Paolo Pirani,lo considera «un’intesa innovativa che farà da apripista per altri rinnovi».